Amphitryo comoedia

Tito Maccio Plauto

Amphitryo comoedia

a cura di Hans Henning Ørberg

  • 2003
  • p. 84
  • ISBN: 978-8895611242

€ 7.70

Giove e Mercurio, dèi ingannatori, le provano tutte per giocare Anfitrione e il suo servo Sosia. Una delle commedie più gustose del teatro romano, ricca di equivoci e ambiguità.

Per gli alunni che abbiano completato lo studio di Familia Rōmāna.



Il curatore

Hans Henning Ørberg è stato un grammatico, latinista e insegnante danese.

Laureato in lingue presso l’Università di Copenaghen, ha dedicato una gran parte della propria vita (dal 1946 al 1952 e dal 1961 al 1989) all’insegnamento delle lingue inglese, francese e latina in varie scuole della Danimarca. Dal 1953 al 1961 lavorò presso il Naturmetodens Sproginstitut, dov’era in uso una metodologia didattica che tentava di riprodurre l’apprendimento naturale, al contrario dei metodi tradizionali basati sullo studio teorico. Durante questo periodo compose un corso di latino intitolato Lingua Latina secundum naturae rationem explicata, pubblicato nel 1955. Nel 1990 revisionò questo lavoro ribattezzando l’opera Lingua Latina per se illustrata. Ritiratosi dall’insegnamento per raggiunti limiti d’età, diresse fino alla morte la casa editrice Domus Latina, dedicandosi sempre alla realizzazione di corsi in Europa e negli Stati Uniti d’America sulle sue teorie didattiche. Morì nel 2010, poco prima di compiere novant’anni.

Il metodo di apprendimento “natura” proposto da Ørberg consiste principalmente nel riprodurre le condizioni normali e prevedibili in cui una persona del tutto ignara della lingua latina si troverebbe qualora fosse circondata solo da antichi Romani. Proprio come un turista che tenta di decifrare un cartello scritto in un’altra lingua, guardando un po’ i disegni e un po’ le parole che riesce ad avvicinare a quelle della sua lingua madre, così lo studente è invitato a ricostruire il significato dei singoli lemmi desumendolo dalle immagini a essi riferiti e quindi dal contesto in cui si trovano. Ørberg è dell’avviso che la lingua sia fatta in primis di parole, e quindi di concetti, e poi di precetti grammaticali coi quali questi ultimi devono essere collegati tra loro. Mentre se mancano i secondi è possibile desumerli dai primi con un po’ di attenzione e di logica, se mancano i primi a poco vale la conoscenza esatta della grammatica. Ørberg ha insegnato la grammatica latina evitando di porla come un insieme di regole separate, ma mirando a unificare la semantica e la morfologia come avviene per i parlanti di madrelingua nelle lingue cosiddétte vive.

L'Autore

Tito Maccio Plauto (in latino: Titus Maccius Plautus o Titus Maccus Plautus) è stato un commediografo romano.

Plauto fu uno dei più prolifici e importanti autori dell’antichità latina e l’autore teatrale che più influenzò il teatro occidentale. Egli fu esponente del genere teatrale della palliata, ideato dall’innovatore della letteratura latina Livio Andronico. Il termine plautino, che deriva appunto da Plauto, si riferisce sia alle sue opere sia ad opere simili o influenzate da quelle di Plauto. La grande comicità generata dalle commedie di Plauto è prodotta da diversi fattori: un’oculata scelta del lessico, un sapiente utilizzo di espressioni e figure tratte dal quotidiano e una fantasiosa ricerca di situazioni che possano generare l’effetto comico. È grazie all’unione di queste trovate che si ha lo straordinario effetto dell’elemento comico che traspare da ogni gesto e da ogni parola dei personaggi. Questa uniforme presenza di comicità risulta più evidente in corrispondenza di situazioni ad alto contenuto comico. Infatti Plauto si serve di alcuni espedienti per ottenere maggior comicità, solitamente equivoci e scambi di persona.

Plauto fa uso anche di espressioni buffe e goliardiche che i vari personaggi molto di frequente pronunciano; oppure usa riferimenti a temi consueti, luoghi comuni, anche tratti dalla vita quotidiana, come il pettegolezzo delle donne. La lingua che usa è composita e formata da elementi eterogenei, quali grecismi, neologismi, arcaismi e dal sermo familiaris. È presente inoltre l’italum acetum, comicità popolare italica fatta di doppi sensi, allusioni e giochi di parole. Plauto ha un atteggiamento critico verso i Greci (chiamati Graeculi), che non è tanto da interpretarsi come segno di adesione al programma politico di Catone quanto come ulteriore mezzo comico. Il pubblico ama sentirsi superiore ai personaggi sulla scena, e a ciò aiuta anche il surrealismo che Plauto usa nell’esagerare i tratti dei personaggi, con cui lo spettatore non può decisamente identificarsi. Essendo disposto a tutto pur di suscitare il riso, non esita a rompere l’unità strutturale e danneggiare la coerenza della commedia con la contaminatio.