Franz Nadorp arrivò a Roma nel 1828, all’età di trentaquattro anni, avendo alle spalle un lungo tirocinio artistico compiuto prevalentemente presso l’accademia di Praga. A Roma sarebbe rimasto tutta la vita, per quasi mezzo secolo, poiché evidentemente vi aveva trovato importanti fonti di ispirazione e adeguate opportunità di lavoro. Si palesò artista assai versatile, autore di stampe e litografie così come di sculture, anche se noto soprattutto come pittore e più ancora come disegnatore estremamente prolifico ed efficace.
Nadorp era nato ad Anholt nel 1794, figlio di un pittore e nipote di uno scultore, e aveva goduto da giovane della protezione del principe Konstantin Salm-Salm che gli aveva permesso di trasferirsi all’Accademia di Praga nel 1814 ove seguì gli insegnamenti di Joseph Bergler. Già in questi anni Nadorp manifestò la sua abilità come ritrattista e si aggiudicò un premio significativo nel 1823. Fu con il figlio del suo primo protettore, il giovane principe Franz, che Nadorp partì per l’Italia nel 1827, scendendo lentamente verso Sud. Nel nostro paese i due ‘turisti’ toccarono Milano, Genova, Pisa, dove il principe si trattenne mentre Nadorp proseguì per Firenze e infine per Roma. Nella città papale Nadorp cercò subito la compagnia dei connazionali, che erano particolarmente numerosi, andando ad alloggiare nell’area ove normalmente si sistemavano i tedeschi, più o meno vicini alla chiesa di S. Isidoro. Visse nella via intitolata a questa basilica, quindi in via Quattro Fontane dal 1829 al 1832 e successivamente in via S. Nicola da Tolentino 474.
Non sono molte le opere sacre conosciute di Nadorp, certamente più numerosi i disegni ad esse collegabili, ed in queste la somiglianza con le posizioni del gruppo dei Nazareni appare piuttosto evidente, sebbene tali artisti avessero già superato l’apice della loro importanza a Roma allorché vi arrivò il pittore di Anholt. In particolare si è parlato della sua vicinanza a Peter Cornelius (1783-1867), che aveva abitato stabilmente a Roma dal 1811 al 1819, ma vi era tornato successivamente in modo solo saltuario. Proprio la mancanza di commissioni di rilievo il questo campo pregiudicò il successo di Nadorp, costringendolo a vivere anche dando lezioni di disegno presso nobili famiglie. D’altro canto, questa attività secondaria poté comunque metterlo in contatto con un mondo importante, usufruendo anche di alcuni vantaggi. L’attività didattica si svolse presso i Borghese e i Caetani, per il conte Spaur, forse anche per gli Aldobrandini e i Torlonia e bisogna ricordare che sono tutti personaggi o famiglie legati a Frascati dove soggiornarono e possedettero dimore. Durante i decenni trascorsi a Roma il pittore viaggiò molto, certo alla ricerca di stimoli visivi adeguati, attraversando anche le regioni limitrofe al Lazio. Ad esempio, nel 1831 si recò a Napoli e fu vivamente colpito dalle rovine di Pompei, poco dopo fu a Orvieto e Perugia, palesando un certo interesse per le opere medioevali e rinascimentali, fatto che lo allinea con le posizioni dei Nazareni, e naturalmente visitò varie città toscane, ad esempio nel 1838 Pisa, Livorno e soprattutto Firenze. Ciò nonostante il territorio che dovette conoscere meglio fu quello intorno a Roma, da Subiaco ai Castelli romani, di cui perlustrò vari centri, così come Casamari, Tivoli, Terracina e Olevano, per citarne solo alcuni, ricordando che in buona parte di queste località passavano stuoli di paesaggisti.