Presentazione di Paolo Armellini e Tommaso Valentini
Il presente volume raccoglie gli atti del convegno dal titolo “Filosofia e politica nel pensiero di Antonio Rosmini” che si è tenuto il 6 aprile 2022 presso l’Accademia Vivarium novum di Villa Falconieri (Frascati). La giornata di studi è stata promossa dal Centro per la Filosofia italiana in collaborazione con altri enti di ricerca quali l’Istituto Italiano di Studi Filosofici, l’ADIF (Associazione Docenti Italiani di Filosofia), il Dipartimento di Studi politici presso l’Università di Roma “La Sapienza” e il Dipartimento di Scienze umane presso l’Università degli Studi “Guglielmo Marconi”.
Una delle finalità del convegno è stata quella di far emergere, sulla base di solide analisi testuali, la profonda connessione in Rosmini tra la riflessione ontologico-metafisica e la sua prospettiva storico-politica. Del resto, come ha opportunamente osservato anche Francesco Traniello, «il momento politico, la meditazione sui destini, l’organizzazione, le costanti storiche e le leggi di sviluppo dell’umana società, non possono essere trascurati come inessenziali nel contesto del pensiero filosofico [di Rosmini], ma anzi ne permettono una più completa comprensione». Rosmini ha inteso elaborare una ‘metafisica civile’ all’interno della quale l’essere non è mai inteso come presenza statica ma come attività dinamica, che trova il suo campo di applicazione nell’etica e nella politica, e quindi nel vasto orizzonte della storia umana. La «restaurazione della filosofia» proposta dal Roveretano, in opposizione alle derive più scettiche ed utilitaristiche dell’illuminismo, implica anche la «restaurazione della scienza politica». Non è un caso che il giovane Rosmini, negli anni Venti dell’Ottocento, si dedica agli studi filosofici mosso da preoccupazioni politiche: gli eccessi della Rivoluzione francese, che dopo aver solennemente proclamato la difesa dei diritti umani e civili, produsse con la Terreur «erronee massime e costumi disumani, e atrocissime scelleraggini». Il pensiero di Rosmini, fin dalle sue prime fasi, può quindi essere inteso come una risposta cristiana al materialismo dei philosophes, in ambito teoretico, e alla pratica della violenza rivoluzionaria, in ambito etico-politico. I contributi del volume intendono pertanto superare definitivamente la visione crociana di un Rosmini «interamente sordo alla storia e alla politica, che sono tanta parte del pensiero moderno»: non solo Rosmini si è impegnato in prima persona alla costruzione di una vita civile nazionale caratterizzata da giustizia sociale e garanzie costituzionali – si pensi alla sua celebre missione diplomatica del 1848 presso Pio IX per conto del governo piemontese –, ma anche le espressioni metafisiche più elevate del suo pensiero, apparentemente astratte, hanno in realtà dei fondamentali riflessi sul piano storico-politico-giuridico.