2023, n. 3

AA. VV.

Il Contributo

Rivista di filosofia e scienze sociali

Copia omaggio fuori commercio

  • 2023
  • p. 236

Nota editoriale di Aldo Meccariello

Questo numero prosegue il lavoro di pubblicazione degli atti degli ultimi convegni del nostro Centro. Il primo saggio di Hervé Cavallera affronta i complessi rapporti tra i due giganti del pensiero italiano, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, vicini e lontani insieme, non solo per la comune vicinanza idealistica, ma anche per il comune interesse nei confronti del materialismo storico di Labriola e per la comune polemica nei confronti dello scientismo positivista. «Al di là del perdurare dei buoni rapporti personali, Croce e Gentile ormai rappresentano due volti vicini ma diversi del neoidealismo ed è altrettanto chiaro che la filosofia dei distinti crociana è ben lontana dall’attualismo gentiliano. E tuttavia, mentre i due filosofi testimoniano il primato idealistico sul decadente positivismo, il succedersi degli eventi, fa sì che la concordia discors venga meno». Ancora oggi, l’incontro tra questi due grandi maestri rimane sfuggente e allo stesso tempo costituisce un capitolo ineludibile della filosofia italiana novecentesca. Franco Manti nel saggio che segue affronta tre aspetti del pensiero politico di Norberto Bobbio che sono stati e sono, tutt’ora, oggetto di discussione: la nascita della filosofia politica moderna; il neo-illuminismo; il rapporto liberalismo – democrazia – socialismo. Il filo conduttore che collega questi tre aspetti e le questioni che sollevano è quello della teoria dello stato e delle istituzioni fra filosofia politica e scienza politica insieme al ruolo dell’intellettuale come promotore del dialogo. In questo quadro, una teoria dello stato e delle istituzioni non può prescindere dalla globalizzazione e dalla necessità di progettare nuove istituzioni di governance a livello internazionale.
Il confronto di Ugo Spirito con Benedetto Croce è l’oggetto della riflessione di Rodolfo Sideri che evidenzia snodi aporetici della teoria crociana nella lettura che ne dà il filosofo aretino. L’opera di Spirito, che pure si apre alle istanze provenienti dal nuovo secolo non può non incontrare la filosofia crociana in un dialogo serrato, privo di quegli accenti di ossequio dogmatico nei confronti del maestro. Pertanto, fin dall’inizio, Spirito non esita a colpire proprio l’articolazione di fondo del sistema crociano, vale a dire l’insieme dei “distinti”, a cui non è possibile conferire un’autentica natura speculativa, poiché essi sarebbero solo empirici, arbitrari e filosoficamente infondati.

Chiude la sezione dei saggi, quello di Luca Costa che esplora la natura nel nichilismo in Giacomo Leopardi in chiave comparativistica mettendo a confronto la lettura classica di Emanuele Severino e quella più recente di Luigi Capitano. Al centro l’indeducibilità dell’esistenza secondo Capitano anziché l’eternità degli essenti secondo Severino. I due approcci, pur radicalmente eterogenei, convergono nell’indicare come punto di svolta del pensiero contemporaneo la figura di Leopardi: una vera svolta ermeneutica nella contemporanea storiografia filosofica. La sezione Miscellanea offre al lettore uno stimolante saggio di Fabrizio Vona, Teatro e Hypokrites. Il luogo dell’Io e il luogo del Noi, che tratta in chiave teoretica le varie fasi di sviluppo del theatron inteso come il luogo dello sguardo, in quanto luogo della visione consapevole, che rivela il dispiegarsi e l’evolversi della capacità dell’uomo di rendersi tragicamente consapevole delle originarie contraddizioni dell’essere. Tra le molte recensioni di volumi proposti al lettore (M. Ferrari - M. Morandi, Maestri e pratiche educative dall’Ottocento ad oggi, R. Bodei, Leopardi e la filosofia, G. Agamben, L’irrealizzabile, G. Marchianò, Interiorità e finitudine, G. Locchi, Su Heidegger, R .Catanoso - G. Cantarano, Intellettuali), da segnalare il volume di B. e R. Copenhaver, Filosofia italiana (1800-1950), pubblicato nel 2012 negli Stati Uniti e solo nel 2022 tradotto in lingua italiana in una bella edizione per Le Lettere di Firenze. Le due recensioni di H. Cavallera e di M. Krienke evidenziano da prospettive diverse la stimolante e problematica periodizzazione operata dai due studiosi americani che riscostruiscono con uno sguardo dall’esterno 150 anni di filosofia italiana all’insegna della tradizione idealistica con particolare riferimento alla centralità del pensiero risorgimentale (Rosmini, Gioberti, Galluppi, Spaventa), ancora oggi poco studiato.
Infine, in appendice a questo numero pubblichiamo materiali per ricordare la figura e l’opera di Giuseppe Prestipino, già Presidente del Centro per la filosofia italiana, autorevole studioso di Antonio Gramsci e della cultura italiana e internazionale del secondo Novecento (Lukács, Bloch e Della Volpe). Il 4 giugno 2022, in occasione del centenario della sua nascita, il Centro per la filosofia italiana, l’International Gramsci Society e il Centro per la riforma dello Stato gli hanno dedicato una giornata di studi a Civitavecchia, la città dove abitava da anni.