IN PREPARAZIONE
Prefazione di Giulia Angelini
Può Aristotele dirci ancora qualcosa in materia di educazione, oppure lo studio della sua concezione della paideia risponde esclusivamente a finalità storico-erudite? Se la risposta corretta a questo interrogativo fosse la seconda, l’utilità della presente indagine sarebbe limitata e quest’opera si rivolgerebbe a un pubblico decisamente circoscritto, costituito in parte dagli studiosi di Aristotele, e in parte da quelli della storia dell’educazione. Le cose stanno però ben diversamente. Infatti, lo Stagirita ha molto, moltissimo da insegnarci sulle pratiche e le finalità educative. Anziché risultare irrimediabilmente superato, il suo pensiero su tali questioni si presenta straordinariamente ricco e incisivo, anche e soprattutto in un’epoca caratterizzata, come la nostra, da una crisi manifesta delle modalità di trasmissione del sapere e, in parallelo, da una conflittualità particolarmente intensa fra generazioni.
Vale la pena di rilevare che anche Aristotele, e prima di lui Platone, vissero in tempi difficili, nei quali, tra l’altro, l’autorità dei docenti era apertamente contestata e la validità dei “programmi scolastici” tradizionali era messa in discussione, o espressamente negata. Entrambi i filosofi reagirono a questa situazione di crisi in modo costruttivo: non, dunque, con uno sterile elogio dei “bei tempi andati”, bensì con un ripensamento radicale del senso e della funzione dell’educazione tanto per l’individuo, quanto per la collettività.