Roma, i Romani e le Romane

Wilhelm Müller

Roma i Romani e le Romane

Una raccolta di lettere confidenziali da Roma e Albano con alcune appendici e documenti posteriori

traduzione dal tedesco di Agnese Nobiloni Toschi

  • 2023
  • p. 370
  • ISBN: 978-8895611211

€ 30

Avrei potuto scrivere un’ode in stile oraziano, tanto mi sentivo di umore classico mentre salivo lentamente sulle alture dei verdi Colli Albani lasciandomi alle spalle i vapori dell’arida e gialla Campagna Romana, e il primo alito di vento fresco mi soffiava incontro dai castagneti di Monte Cavo. Devo proprio prendere sul serio i poeti romani, primo fra tutti il mio Orazio, che anelavano all’aria e alla vita di campagna, e strada facendo mi vennero in mente infiniti passi delle loro poesie, in cui manifestano questo desiderio, a volte lamentandosi, altre volte in tono allegro. E così gli ultimi giorni della mia permanenza a Roma, vissuti dormendo e oziando, nello sfinimento fisico e mentale, mi hanno spinto ad approfondire gli studi classici. Chi non ha trascorso almeno una settimana a Roma ansimando nella canicola di luglio o agosto, non può comprendere appieno l’oraziano Hoc erat in votis.



L'Autore

Wilhelm Müller nacque a Dessau nel 1794 in una famiglia di artigiani; ultimo figlio e unico sopravvissuto di sei fratelli, perse anche la madre in giovane età.
Studiò storia e filologia all’Università di Berlino, partecipò come volontario alle guerre di liberazione contro Napoleone e, a partire dal 1816, frequentò importanti saloni letterari ove ebbe modo di conoscere note personalità della scena culturale contemporanea, fra cui anche la poetessa Luise Hensel della quale si innamorò, non ricambiato. Nel 1817-1818 intraprese un viaggio che doveva condurlo in Grecia ma che, per motivi contingenti, lo portò invece in Italia. A Roma frequentò, fra gli altri, pittori come Joseph Anton Koch e Julius Schnorr von Carolsfeld, l’ambasciatore prussiano Barthold Niebuhr, i poeti Friedrich Rückert e Per Daniel Amadeus Atterbom. Frutto dell’anno di permanenza in Italia fu lo scritto Rom, Römer und Römerinnen.
Rientrato a Dessau fu professore ginnasiale e bibliotecario. Nel 1821 sposò Adelheid Basedow, dalla quale ebbe due figli. Nel 1827 morì a soli trentatré anni. La sua notorietà è dovuta soprattutto ai cicli liederistici Die schöne Müllerin e Wintereise musicati da Franz Peter Schubert.