Patmos


Scriveva Hölderlin al fratello nel settembre del 1793: “Amo il genere umano, non quello corrotto, servile, inerte […]. Amo le grandi e belle disposizioni anche negli esseri umani corrotti. Amo la generazione dei secoli venturi. La mia più sublime speranza, […] è che i nostri discendenti saranno migliori di noi”. L’uomo è un essere perfettibile. Questa la fonte della speranza. Vale oggi più che mai la prospettiva dell’Umanesimo: l’uomo è un essere intermedio, un essere in cammino. Questa intuizione è al centro dei momenti più alti della storia del pensiero: la filosofia greca, l’umanesimo cristiano, il Rinascimento italiano, la civiltà romantica tedesca.
Patmos, l’isola su cui vide la luce l’Apocalisse, è il luogo d’incontro dello spirito dell’Occidente e di quello d’Oriente, dell’Europa e dell’Asia, della grecità e del cristianesimo, della razionalità e della mistica, della mediazione e della visione. Se la verità è sempre oltre, è pur vero che abitiamo vicino ai giganti, che possono sostenere e aiutare il nostro sguardo e aiutarci ad andare oltre.
Di qui un’intrapresa editoriale, e più in generale di scambio e di confronto, che propone testi del passato e tentativi del presente. Essa è promossa dall’Accademia Vivarium novum in collaborazione con Bibliopolis e l’Istituto italiano per gli studi filosofici.


Comitato scientifico

Francesco Serra di Cassano (coordinatore), Luigi Miraglia, Antonio Gargano ed Emilia Del Franco.