Nel 1800 Fichte pubblica Lo Stato commerciale chiuso, ambizioso progetto di uno Stato che, sulla base dei principi puramente razionali del Fondamento del diritto naturale (1796-97), riesca a garantire a ciascun cittadino un adeguato tenore di vita. Un simile sistema prevede la suddivisione della popolazione nei tre ceti dell’agricoltura, dell’industria e del commercio, che producono, trasformano e scambiano in un regime di perfetta trasparenza, di flussi stabili e programmati e di prezzi fissi legati al valore del grano.
Affinché siano evitate le fluttuazioni del mercato e le notevoli disparità che ne conseguono, il sistema deve raggiungere l’autosufficienza, chiudendosi al commercio con l’estero. Ripetutamente criticato come astratto e contrario alla libertà degli individui, lo Stato chiuso è concepito da Fichte come risposta al problema della pace mondiale, individuando proprio nel commercio internazionale una forza polemogena e un volano per la sopraffazione dei popoli.